Il tatto e l’impatto: la responsabilità di innovare in un mondo iperconnesso (e a volte in crisi)

Feb 28, 2020

Dal 22 febbraio, ora più ora meno, Beople tace. È la diretta conseguenza di un momento difficile che stiamo vivendo a livello globale e da qualche giorno nel paese. Una scelta, tra il ponderato e l’obbligato, perché viene difficile, almeno per chi scrive, parlare di innovazione quando intorno a noi la priorità pare, seppure in maniera poco razionale, la sopravvivenza della specie.

L’antidoto a crisi di questo tipo, sin quando non si troverà un vaccino e sin quando la situazione non rientrerà nei ranghi, può e deve essere la speranza. È la speranza che da sempre ci ha portato avanti nella storia, e se la storia ha insegnato qualcosa è che gli esseri umani, pur con tutti i difetti che li contraddistinguono, trovano sempre le risorse per risolvere e risollevarsi.

Non vogliamo entrare in meriti che non ci competono né aumentare gli allarmismi che di certo non mancano. Non si può però nemmeno nascondersi: è un momento durissimo.

Tralasciando il discorso clinico, sul quale è sempre bene lasciare parola agli esperti, la sola paura ha già fatto danni ingenti: eventi annullati, difficoltà logistiche negli spostamenti, contrazione della spesa, interi settori come quelli legati al food e all’ospitalità ridotti al collasso. Abbiamo personalmente parlato con svariati imprenditori, PMI, cioè lo zoccolo duro del nostro paese, già provati e timorosi delle ripercussioni.

In questi casi che si fa? Che si dice? La soluzione sembra essere ricorrere al buon senso e a volte alle frasi fatte: the show must go on, ad esempio. Il mondo va avanti e deve andare avanti, lo fa anche se noi o tu o loro decidono che è meglio rallentare.

C’è poco da obiettare e, forse, per quanto possa sembrare cinica è l’unica strada percorribile. Ma forse ci può anche essere altro.

Continuare, ripartire, non fermarsi ma prendersi anche il tempo per riflettere ciascuno sul proprio ruolo in questo ecosistema globale e connesso come mai nella storia dell’umanità.

I pensieri che abbiamo avuto in Beople, in questi giorni, riguardano il perché. Perché facciamo quello che facciamo?

(nota: per chi ci legge per la prima volta, il nostro modello di business è aiutare i nostri clienti a innovare i loro modelli di business.)

La domanda diventa dunque: perché innoviamo? Quale è il senso? Quale la strada da seguire?

In questi giorni difficili ci vengono in mente due parole: il tatto e l’impatto.

L’impatto è di facile comprensione: l’innovazione non è fare cose nuove o inventare cose nuove ma far sì che queste producano un modo nuovo di fare, pensare e usare le cose.

Il che porta al secondo punto, il tatto. Se l’innovazione è da intendersi solo nel momento in cui qualcuno adotta una data soluzione (l’innovazione non è ciò che fanno gli innovatori ma ciò che adottano le persone) è sempre bene ricordare che non stiamo parlando di prodotti e servizi ma di reinvenzione di processi sociali; l’impatto si attiene al comportamento delle persone.

Ecco allora che c’è bisogno di tatto. Il senso che permette il riconoscimento dei caratteri fisici di oggetti e superfici con i quali veniamo in contatto. Ma anche la capacità di “sentire” ciò che ci sta intorno e di CONNETTERCI come esseri umani con gli esseri umani.

Una dote che potremmo anche descrivere come empatia, sensibilità, umanità. E discernimento.

Le innovazioni non sono buone o cattive. Sono innovazioni.

Ma gli impatti possono invece essere buoni o cattivi.

La storia è piena di esempi di uno o dell’altro tipo.

Il più famoso, generalizzando per comodità, è la bomba atomica. Un’innovazione assoluta nel campo della guerra ma che oggi pochi si sentirebbero giustamente di avallare come “innovazione”, nel senso di progresso. Robert Oppenheimer e Albert Einstein, i principali artefici, sono risaputamente pentiti di aver partecipato a questo tipo di innovazione.

“Solo perché si inventa qualcosa, non significa che si sia felici del risultato.”

Altri casi celebri riguardano ancora il campo bellico: Mikhail Kalashnikov, inventore dell’omonimo fucile, scrisse: "Continuo a tornare alle stesse domande. Se il mio fucile è responsabile della vita di così tante persone, può essere che io ... un credente ortodosso, sia responsabile delle loro morti, anche se sono miei nemici?"

Altri, meno sanguinosi ma altrettanto numerosi, riguardano sfere diverse della nostra vita. Ad esempio, i pesticidi uccidono i parassiti ma inquinano in maniera drastica l’ambiente. I sistemi di videosorveglianza e monitoraggio, pensiamo agli ambienti di lavoro, aumentano la produttività ma minano la privacy. I colloqui di lavoro con l’intelligenza artificiale aumentano l’efficienza e snelliscono i processi ma tendono a diluire la componente umana necessaria nelle organizzazioni.

Ethan Zuckerman inventò il web che conosciamo – fu l’inventore della pubblicità pop up – ma di recente fece mea culpa, additando la pubblicità nel web come peccato originale. E oggi, in periodo di Coronavirus, possiamo dargli ragione guardano certi titoli sensazionalistici che non fanno bene a nessuno se non alle view e agli indicatori pubblicitari.

Quello che cerchiamo di dire è che se non inseriamo “il tatto” tra i nostri indicatori, anche l’innovazione, il campo in cui ormai giochiamo tutti, non potrà essere associata al progresso.

Sarà anche banale ma non vi può essere progresso se non si valuta il tipo di impatto che si produce.

Cogliere le opportunità nelle difficoltà

Come innovatori, come imprenditori, come padri e madri, come abitanti di questo pianeta ci sentivamo di fare pubblicamente queste riflessioni. Come Beople ci sentiamo di dover rispondere su due fronti:

  • portare avanti le attività e aiutare i nostri clienti a fare altrettanto;
  • fare ancora più attenzione alla qualità e bontà dei nostri impatti.

Quello che abbiamo pensato per tutto il mese di marzo è il tentativo di coniugare l’utile al buono.

Ecco il nostro modo di continuare lo “show” e di farlo con impatto e tatto.

Smart working

In questi giorni concitati non è semplice lavorare. Iniziano ad aumentare gli incontri saltati, gli appuntamenti e gli eventi rinviati. Soprattutto cambiano le priorità e di conseguenza fare innovazione non è tra le cose all'ordine del giorno nelle aziende. Parallelamente per il partito "il mondo deve andare avanti" si attivano nuove modalità di relazione e anche le organizzazioni più tradizionali sperimentano per necessità il remote working.

In questo momento caotico, stiamo pensando anche noi a come dare un piccolo contributo anche partendo da chi fa il nostro stesso lavoro. Da tempo sperimentiamo con una discreta efficacia la mappatura dei Canvas da remoto. Questo senza ricorrere a tecnologie inaccessibili. Basta un sistema di video-conference (Skype, Meet, ecc.) e il PowerPoint di Google (Presentazioni) e si riesce ad attivare gratuitamente un "digital workshop" mappando real-time in condivisione di schermo. Alcuni diranno si perde l'esperienza d'aula, vero, ma oggi rischiamo di perdere occasioni di lavoro pianificate da tempo.

In questa cartella troverete GRATUITAMENTE alcuni template con i Canvas utili per svolgere un Business Model Sprint anche da remoto. Se lo riterrete opportuno fatene copia e usateli da remoto con i vostri colleghi e clienti.

Formazione

In questo periodo alcune persone sono obbligate in casa – zone con focolai individuati – e altre ancora, per paura, per causa maggiore, sono costrette a fare altrettanto. È un momento di pausa forzata ma potrebbe rappresentare anche l’opportunità di investire sulle proprie competenze. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire la possibilità di seguire il nostro percorso on line “Business Model Sprint” in modalità completamente gratuita.*

È una scelta che abbiamo ponderato e non è esente da rischi. In primis, una perdita di fatturato: siamo orgogliosi dell’interesse sin qui mostrato e le vendite non sono calate neanche in questo periodo difficile. Tuttavia, pensiamo che, almeno per questo mese, possiamo sacrificare l’impatto sul nostro fatturato a favore di quello sociale.

Se qualcuno si trova per necessità chiuso in casa, ha visto saltare i suoi appuntamenti e incarichi di lavoro, vorremmo contribuire in questo modo.

* L’accesso gratuito è pensato per le persone che nutrono un forte interesse verso le tematiche del Business Design, che stiano oggettivamente subendo il momento. Per questo motivo, appellandoci al buon senso, per accedere è necessario inviare candidatura motivata a [email protected] e saranno ammessi non oltre cento candidature.

PMI

Beople è conosciuta in Italia come la prima azienda di Business Design e per la grande attenzione ed esperienza alle PMI. Abbiamo pubblicato il primo libro di Business Design per le PMI e aiutato in questi anni centinaia di piccole e medie imprese a innovare i propri modelli di business. 

E questo è tutto. Il nostro piccolo.

Viviamo una società ormai troppo connessa per pensare che senza il benessere di tutti si possa perseguire un reale profitto.

O dormire in pace.

Matteo Fusco e Michela Spagnolo

 

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